lunedì 25 marzo 2013

MareMontana 2013

Sono a meta' tra triste e incazzato.
La MareMontana l'abbiamo attesa , preparata, e gli amici del KUTT sono arrivati per correrla insieme.
La serata del sabato scorre via felice, spaghetteria ,risate,un po' di timore per questo meteo di merda che non ci da' pace.
Ma siamo carichi, sara' una gran giornata. Speriamo di far una  bella gara.
Giovanni è comunque in forma, puo' essre un protagonista, tra i grandi Team partecipanti sta a vedere sto KUTT fornira' la sorpresa.
Partenza all'alba , piove, anche se dicono che piu' su non piovera', io non ci credo neanche per 2 secondi.
Si parte.
Orribile il tratto sulla spiaggia, piacera' ai piemontesi,ma a me no.
Come al solito partenza tipo 10 km... ma gestisco e attendo di arrivare sulla terra.
Ma non è giornata .
 Partire gia' sapendo che sara' dura ci sta, ma trovarsi in corsa ad affrontare situazioni pesanti è un'altra cosa.
Io ero discretamente vestito, anche se per un attimo stavo cedendo al pensiero di partire piu' "leggero" . Fermo restando che io porto SEMPRE giacca,telo ,nastro cibo.. ma ieri per la solita demenza del giorno prima, ho lasciato a casa i guanti e un paio di calze in piu'.
Dopo il Pian delle Bosse è iniziato un concentrato di tutte le cose che a me non piacciono: il sentiero che solitamente è una piccola traccia nel bosco era uno scivolo di fango in contropendenza, impossibile star in piedi, divertente? Per me no.
In seguito la pioggia è aumentata, poi diventando nevischio e poi nevicata pesante , portata da un forte vento gelido , almeno 70-80 km-h.su una temperatura gia' di 1-2 gradi max, il che ricordo, per effetto del wind-chill porta a 0 gradi e anche meno.
Allora penso di tirare i remi in barca, non è la mia giornata, ma vedo neanche quella di molti altri.
Al rifugio s.Pietro trovo un mare di persone e so della presenza di una stufa, li faro' mente locale.
Nella stanza della stufa c'è di tutto. Chi si cambia , chi beve caldo ,chi abbraccia la stufa.
Arrivano concorrenti fradici, in evidente stato di ipotermia , magari lieve, come sono io d'altronde.
Ho mani e piedi insensibili, al punto che non sento le ferite da spine che mi sono fatto aggrappandomi agli arbusti
.Sono fradicio, ma il guscio tiene e direi che al busto e gambe non ho freddo , tanto ..
Ma non ho cambio .Tento inutilmente di mettermi dei guanti in latex chiesti ai volontari.. misteri della mente
.Addocchio dei giornali e farei come i ciclisti antichi ,ma non lo faccio (??).
Entra un atleta che ben conosco, ex stradista, forte, presumibilmente nei primi della corta.
Ha indosso solo pantaloncini corti da atletica, micro calzini,maglietta maniche corte, con gilettino in nilon smanicato tipo strada.Nient'altro. Ed è BLU!
 Trema come una foglia.Lo saluto ma non mi sembra in formissima. Lo indico ai ragazzi del Soccorso, che vista la situazione , lo "curano" spogliandolo e mettendogli una pesante coperta termica specifica. Non mi sembra grave ma non andra' sicuro via.
Da li in poi vedo diversi "casi" , una ragazza sbatte via il te caldo perchè non riesce a tener ferma la mano.
Tutti tremano come invasati, chi puo' si cambia. In effetti un quarto d'ora veramente da manuale del soccorso.
Infatti ,gli unici lucidi ,presenti e reattivi sono i ragazzi del Soccorso Alpino, con il loro coordinatore . Non conosco il loro nome ma per sempre serbero' il ricordo del lavoro e della lucidita' di quei momenti .
La pacata determinazione con cui aiutano tutti quelli che entrano, porgendo cose, parlando , credo anche per capire il grado di "bollitura", e gestendo la situazione mi rimarranno impressi.
Tra loro, i volontari , che fanno tutto il possibile, porgendo cibo e bevanda calda, ma allo stesso tempo scrutano e attendono dei segnali .
Percepisco massima disponibilita' , ma anche un senso di " cosa sta succedendo ? ":
Infatti succede che il Medico Coordinatore fa scattare una sequenza di comunicazioni radio e prende immediatamente coscienza che la situazione è in fase di aumento di criticita' e ci comunica che si scendera' tutti sul percorso da 25.
Io , che ho preso tempo in attesa di decidere il da farsi, mi sento come liberato.
 Dunque non sono un ritirato, in un certo senso mi sento amareggiato ma sollevato,la statistica tiene.
Con un gruppo di amici iniziamo la discesa verso l'arrivo, stiamo bene, continua a piovere ma 5 km e siamo giu'.
Non avrei continuato, conoscendo il percorso e sapendo che i prossimi ristori erano "volanti" e non in baite o simili, avrei deciso di non rischiare , e in un certo senso sono contento di aver gestito mentalmente la situazione, la scelta di scendere è stata resa meno gravosa con la certificazione degli uomini del Soccorso.

A loro e ai Volontari va ,come sempre , e questa volta di piu', tutta la mia stima e la mia riconoscenza .
Questa volta , per la seconda volta, tocco con mano il senso delle procedure e dei comportamenti in caso di emergenza.
Fermo restando che il primo controllo e il primo allarme dobbiamo farlo noi , ognuno per se stesso.
Il mio pensiero va a Paolo, e ai suoi cari .
Paolo ,uno di noi,  che ieri aveva freddo , che voleva divertirsi e che voleva accettare la sfida .
Ora il freddo c'è un po nei nostri cuori, ma soprattutto in casa di Paolo.
Paolo Ponzo, che riposi inpace, era un atleta, un uomo e un padre-marito.
Come atleta sono propenso a pensare che abbia fatto il meglio per presentarsi alla MM nelle migliori condizioni , questa sara' stata una sua valutazione.
Come uomo posso capire come si sia sentito al termine della sua carriera di calciatore, ma ancora forte e con la voglia di dimostrare prima di tutto a se stesso di accettare ancora le sfide, di rimettersi in gioco,di non cedere alle voci dei "chi te lo fa fare".
 Fare trail è il rimettersi in gioco ogni volta , valutare ,accettare la sfida e il rischio.Superare o tentare di farlo e alla fine sentirsi bene ,stanco ma contento, vivo!.
Come padre e marito..qua sta il difficile.. come spiegare a tuo figlio , fermo restando che quello che vorresti gli rimanesse sia la parte detta prima, il messaggio positivo .
 Ma come dirgli che il loro papa' è mancato facendo quello.Come farlo accettare ad una moglie .
Questi sono oggi i miei pensieri..
Buon Viaggio Paolo, un giorno ci rincontreremo.
Conosco bene gli organizzatori della MareMontana, sono amici, ora sara' un bailamme di notizie, inchieste,frasi .
Spero che quanto si possa prendere di esperienza , personale o collettiva, venga preso .
Seguiremo con interesse.

2 commenti:

  1. Non conosco il tuo sport, ma avendo letto questo toccante testo mi è venuto da fare un parallellismo con il mio, che è andare in vela.
    Regatando tutto l'ano, ho pensato a domenica 17, lo stesso giorno della Milano-Sanremo seminterrotta per il maltempo. nelle stesse ore ero in mare con altri sei di equipaggio nel golfo di alassio, sotto pioggia ed aspettando un vento che non arrivava. Ciondolando in acqua circa 4 ore aspettando la partenza, veniva la voglia di rientrare in porto, togliersi tutte le incerate bagnate e scaldarsi con cappuccini e cioccolate.
    Qualche barca l'ha fatto. Noi no.
    Abbiamo aspettato, al freddo, in acqua e con le mani e piedi ghiacciati, poi è entrato il vento, ci han fatto partire ed abbiamo anche vinto.
    tutta questa pappardella che ho scritto ha il significato che se gareggi in mare, in montagna, sulla neve, sul deserto o in qualsiasi condizione, non puoi aspettarti di essere sul divano di casa con la copertina. Ti prendi i rischi, che siano le onde o la neve o altro poco importa; abbiamo gli strumenti per sapere che tempo farà e tutta una serie di attrezzature tecniche per combattere le avversità.
    Ho letto di questo lutto e chiaramente è dolorosissimo morire facendo sport; so di polemiche a non finire che si abbatteranno su chiunque.
    Ma penso che sia un po' implicito in noi atleti affrontare certi rischi che non devono mai essere sottostimati.
    Sia io che tanti altri regatanti non avremmo voluto il rinvio della regata, i lombardi dei laghi invece sì, ma non sono abituati al mare. Poi si va, anche con l'umidità che entra nelle ossa, ma lo sapevamo già.
    Scusa se sono intervenuto su questa tua pagina.
    luciano sanna
    loano
    lucianosanna@hotmail.it

    RispondiElimina
  2. Grazie Luciano per il tuo intervento, altrochè chiedere scusa.
    Non ho esperienza di mare , ma se gioia e talvolta sofferenza ci accomunano, ecco che sappiamo entrambi di che stiamo parlando.A volte si dovrebbe mettere in conto un po' di umilta'poichè si dimentica di avere a che fare con qualcosa piu' grande di noi, che ci permette di giocare, e talvolta il richiamo alle regole è duro. Buon vento!

    RispondiElimina